mercoledì 4 novembre 2020

LA SETA

 

IL BACO DA SETA è una falena della specie BOMBIX MORI, a cui appartengono quelle specie che nel passaggio dalla fase di larva a farfalla producono un bozzolo per proteggersi durante la trasformazione in adulto

Baco da seta: insetto

si tratta di una specie di falena (ordine dei Lepidotteri) che si nutre principalmente delle foglie del gelso. L’insetto ne è talmente ghiotto, che può mangiarne quantità impressionanti senza mai fermarsi, sia di giorno che di notte. La produzione del filo di seta avviene grazie a due ghiandole collocate parallele all’interno del suo minuscolo corpo.

Ciò che noi chiamiamo “seta” è in realtà il frutto di una sintesi chimica delle proteine che vengono prodotte e convogliate in queste ghiandole. Quando la quantità supera la portata, l’insetto le elimina attraverso due fenditure situate ai lati della bocca (seritteri). La bava sottilissima che fuoriesce, a contatto con l’aria, gelifica immediatamente e tramite dei movimenti a “otto” che il baco compie con il capo, forma degli strati che danno vita al bozzolo di seta grezza.

Bozzolo del baco da seta

Il bozzolo è costituito da un solo filo continuo la cui lunghezza va dai 300 e ai 900 metri. Il baco impiega 3-4 giorni per preparare il suo bozzolo e strato dopo strato va avanti producendo 20-30 “matasse” concentriche costituite da un unico filo. Al termine di questo incredibile lavoro di tessitura, si trasforma in crisalide e poi in farfalla.  

Quando la metamorfosi del bruco va a termine, l’insetto adulto esce dal bozzolo praticando un foro e secerne una sostanza che rovina il filo. Per questa ragione, gli allevatori devono uccidere le crisalidi sottoponendo i bozzoli ad un processo di essiccazione in macchinari appositi. In alternativa, la morte del bruco è procurata tramite immersione in acqua bollente. In Cina e in altri paesi orientali, le crisalidi estratte dal bozzolo vengono mangiate.

Alcuni bozzoli vengono conservati per consentire all’insetto di riprodursi. La vita delle falene, tuttavia, è molto breve poiché esse non sono in grado né di volare né di nutrirsi. Il motivo di questo “non senso” genetico è che il baco da seta è il frutto di una lunga e meticolosa selezione praticata dell’uomo che ha fatto perdere nei secoli molte delle caratteristiche originarie dell’insetto, tra cui la capacità di volare o di mimetizzarsi.

Ciclo vitale del baco da seta




La vita di larvale di un baco da seta può essere suddivisa in 4 mute e 5 età che sono distribuite con questa successione e durata:

  • Prima età: 5 giorni, si conclude con la prima muta;
  • Seconda età: 4 giorni, si conclude con la seconda muta;
  • Terza età: 5 giorni, si conclude con la terza muta;
  • Quarta età: 6 giorni, si conclude con la quarta muta;
  • Quinta età: 8-10 giorni, dalla quarta muta alla formazione del bozzolo.

Nel complesso, queste fasi portano la vita di un baco ad una durata massima di circa 1 mese. Lo sfarfallamento avviene in media dopo 15 giorni dalla formazione del bozzolo mentre la metamorfosi inizia già al 5° giorno.

In corrispondenza della quarta muta (quinta età), il corpo del baco diventa giallastro. In quel momento è pronto per avvolgersi nel suo bozzolo di seta. Prima, però, deve eliminare tutti i liquidi in eccesso e le feci dando vita a ciò che gli allevatori chiamano momento della “purga”. Successivamente, smette di cibarsi delle foglie di gelso e si ritira in un luogo adatto alla filatura.

Gelso e baco da seta

Come abbiamo ormai capito, le foglie del gelso sono l’alimento base della dieta del baco da seta. E’ originario dell’Asia, sebbene sia diffuso anche in Africa e NordAmerica. In Europa, fu introdotto probabilmente nel Cinquecento. In passato, l’importanza di questa pianta era tale che nell’ambito della sua coltivazione venivano addirittura organizzati dei censimenti.I bachi da seta sono così voraci, che smettono di cibarsi delle foglie di gelso solo 4 volte nella loro vita, sempre in corrispondenza delle mute. IL gelso più gradito al baco da seta è il GELSO BIANCO




Allevamento del baco da seta

In Italia l’allevamento del baco da seta fu introdotto per la prima volta in Sicilia dai saraceni in un periodo in cui l’Europa ancora ignorava le potenzialità economiche di questo insetto. I primi tessuti realizzati in seta in Italia sono stati ritrovati nel 1087 ad Avellino. 

Il periodo più florido per la produzione della seta nel nostro Paese corrisponde al XVIII secolo, quando l’allevamento del baco era ormai una consuetudine anche  nelle regioni settentrionali. Tra le due guerre ci fu la prima flessione significativa, per poi scomparire del tutto negli anni Cinquanta a causa della concorrenza cinese. Ancora oggi, infatti, la Cina è il primo produttore mondiale di seta.

Come per altri animali allevati dall’uomo, anche del baco da seta esistono diverse “razze”. Ogni paese che pratica o ha praticato nell’antichità la bachicoltura ne ha una peculiare con caratteristiche diverse per quantità di seta prodotta, diametro del filo, colore del bozzolo. 



martedì 3 novembre 2020

LA LANA


 ORIGINI DELLA LANA

La lana è conosciuta fin dal tempo dei babilonesi ma è stata prodotta industrialmente a partire dal XVII secolo a.C. La lana è una fibra tessile naturale che si ottiene dal vello di ovini (pecore e di alcuni tipi di capre), conigli, cammelli e dromedari, ma anche dalla vigogna dall’alpaca e da alcuni tipi di lama. Essa è inoltre un filato.


Questo tessuto si ottiene attraverso l’operazione di tosatura, ovvero taglio del pelo, che per le pecore avviene in primavera, seguita da altre lavorazioni. La lana che si viene ad ottenere viene definita lana vergine. La fibra con cui si ottiene la lana, ha una lunghezza compresa tra i 2 e i 40 cm ed rivestita esternamente di squame chiamate cuticole, il cui corpo centrale, detto canale midollare, ha uno spessore che può variare da 20 a 70 micron.

CARATTERISTICHE DELLA LANA

La lana è conosciuta per la sua morbidezza, elasticità, igroscopicità e coibenza termica. Ma vediamo in dettaglio quali sono le sue caratteristiche principali:

Igroscopicità: ossia la capacità di assorbire e trattenere le molecole di acqua dell’esterno (umidità) fino al 30% del suo peso senza dare la sensazione di bagnato;
Flessibilità: elasticità naturale che le permette di essere sottoposta a forti allungamenti e torsioni e di recuperare totalmente la sua forma originale, rendendola per questo ingualcibile;
Antistaticità: ha una scarsa capacità di caricarsi di elettricità statica, quindi offre il vantaggio di non attirare ed incamerare la polvere;
Isolamento termico: è un ottimo isolante termico, sia contro il freddo che contro il caldo, essendo composta dalla cheratina, una sostanza simile a quella dei capelli, la lana ha una altissima proprietà isolante, grazie al cuscinetto d’aria formato dalle ondulazioni delle sue fibre.

La lana, inoltre, è una fibra che si tinge con molta facilità. Questo è dato dal fatto che essa, si comporta come un materiale basico in presenza di coloranti acidi, mentre si comporta come un acido in presenza di coloranti basici (materiale detto anfòtero). Per la sua origine, la lana è usata tipicamente per il vestiario, ma ha soprattutto sbocchi sul mercato dei tessuti per arredamento e per le imbottiture (cuscini e materassi). Non ha, però, impieghi nei tessuti tecnici ed industriali. E’ comune, ritrovare la lana, unita ad altri tipi di fibre. La si può trovare con la seta, per capi di pregiata fattura, con cotone e lino, per la produzione di maglieria intima; con il poliestere, per indumenti estivi, con fibre acriliche per produrre filati di maglieria.

LAVORAZIONE DELLA LANA

 Ottenere il filato che conosciamo, è frutto di una lunga lavorazione che oggi avviene attraverso moderni stabilimenti oppure ancora con i vecchi metodi classici. Vediamo quali sono queste fasi e come si realizza il filato.

TOSATURA – La prima operazione da compiere è la tosatura. La pecora viene privata del vello che viene tagliato con uno speciale rasoio o delle grandi forbici. Così si ottiene la lana sucida o greggia.

PURIFICA – Il vello viene sottoposto alla battitura che elimina le impurità e alla carbonizzazione che elimina i residui vegetali.

LAVAGGIO E ENSIMAGGIO – La lana viene aperta, lavata e mescolata fino a eliminare tutto lo sporco (sono previste anche le lavorazioni per ricavare la lanolina che è utilizzata in campo cosmetico e farmaceutico). Il vello viene poi lavato con saponi alcalini, centrifugato, essiccato e lubrificato.

CARDATURA – La cardatrice composta da un tamburo dentato che gira nel senso contrario di un cilindro dentato, liscia e rende parallele le fibre che formano un nastro cardato chiamato stoppino.

PETTINATURA – Gli stoppini ottenuti vengono divisi in gruppi da 6-8 e per un risultato di maggiore qualità vengono sottoposti alla pettinatura che rende più omogenee le fibre. Gli stoppini vengono poi divisi in nastri più grandi

FILATURA – La filatrice stira e allunga i nastri e li avvolge su se stessi formando i fusi..Le fibre venivano allungate e attorcigliate su un fuso.

Tutto questo avviene oggi in grandi stabilimenti, dove giganteschi macchinari eseguono automaticamente il lavoro che prima alcune filatrici realizzavano lentamente per periodi lunghissimi.